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Burkina Faso: il vero spirito del co-sviluppo

Buone prassi Inclusione sociale ed accoglienza

I progetti d’inclusione sociale della società migrante nella città di Reggio Emilia sono anche caratterizzati da progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo con i paesi d’origine. Per esempio, creare migliaia di posti di lavoro per lo sviluppo agricolo e per combattere l’insicurezza alimentare in Burkina Faso non è stato solo un’ennesima chimera ma un impegno concreto dei residenti burkinabè di Reggio con le loro competenze e la loro rete di relazioni. Nel luglio del 2014, l’associazione Abreer (Associazione dei cittadini del Burkina Faso di Reggio e dell'Emilia-Romagna) ha firmato un protocollo d’intesa insieme alla città di Reggio Emilia con il governo del Burkina Faso, rappresentato dall’ambasciatore Raymond Balima, ed altre aziende importanti del territorio reggiano. Serena Foracchia, assessore per le relazioni internazionali ed interculturali, ha dichiarato che l’Italia e Reggio Emilia hanno buone relazioni con la comunità burkinabè, ed entrambe si sostengono. I cittadini di origine straniera hanno notevoli competenze che possono fare la differenza nello sviluppo della città in cui vivono e del paese d’origine. Questa è una visione che ridefinisce l’idea della cooperazione internazionale e, come sta avvenendo con il progetto dell’associazione delle persone del Burkina Faso, sarebbe importante che si coinvolgessero altre comunità e paesi per altrettanti progetti.

L’obiettivo principale del progetto è realizzare condizioni per la creazione di nuovi posti di lavoro in centri di attività in Burkina Faso, trasferendo le tecnologie e le competenze, impiantando le linee di produzione necessarie per il montaggio, le strutture e i servizi per la commercializzazione dei prodotti. L’dea di questo progetto nasce proprio dall’associazione dei burkinabè di Reggio Emilia. «È successo quando - racconta Seni Bandaogo dell’associazione Abreer - molti di noi hanno perso il lavoro. L’agricoltura è il lavoro che conosciamo meglio. Il Paese da cui veniamo - continua Seni - vive di agricoltura, è agricoltura». Una possibilità di impiego qui in Italia, ma anche un’occasione i giovani in Burkina Faso che non saranno costretti a lasciare le loro terre.

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