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Gamlebeyn Skole: la diversità nelle culture e nell’arte

Buone prassi Percorsi di formazione per i giovani

Le scuole materne sono spesso caratterizzate da un’elevata multietnicità mentre nella scuola primaria e secondaria le classi sono via via sempre più polarizzate a causa delle scelte dei genitori d’iscrivere il figlio in una scuola piuttosto che un’altra. Questo fenomeno è stato arginato limitando questo tipo di scelte e investendo molto nelle scuole cosiddette “bianche”. Per esempio, la Gmableyn Skole è una normale scuola materna cittadina in cui sono presenti diverse lingue e una combinazione complessa di elementi sociali e culturali. La scuola è dunque letteralmente e fisicamente portatrice di riferimenti delle culture di origine dei bambini proveniente da una famiglia migrante come per esempio il “muro delle lettere” che rappresenta alcuni alfabeti del mondo, oppure un frammento di legno di una moschea pachistana che è stata distrutta nel passato, dei tappeti kilim al suolo o ancora altri oggetti che contribuiscono a creare lo spazio un ambiente accogliente per tutti i bambini. I percorsi scolastici sono anche integrati da moduli di insegnamento interculturale e gli insegnati hanno a disposizione delle guide per come rapportarsi con le diverse famiglie dei bambini di origine straniera quando necessario. Ancora la scuola adotta un libro di testo prodotto con una scuola di Ankara in occasione di un progetto congiunto ed è ora impegnata nella realizzazione di un lungometraggio con delle scuole danesi e turche.

L’Università di Oslo ha incluso nel suo programma di studi il tema della diversità Uno di questi progetti coinvolge cinque istituti superiori e impegna alcuni studenti universitari nelle vesti di tutor scolastici. Questo progetto ha influenzato negli ultimi quattro anni il tasso di ammissione di studenti provenienti da queste scuole dal7% al 30%. Uno schema di tutoraggio dedicato specificatamente agli alunni di origine straniera o appartenenti alle minoranze ha provocato un’inflessione positiva del tasso d’abbandono scolastico stabilendo la componente studentesca d’origine straniera all’11% del totale. Nel futuro prossimo l’obiettivo è quello di raggiungere il 15%. Molte altre Università hanno promosso progetto simili che hanno dato risultati molti positivi, tuttavia l’Università di Oslo ha deciso di rendere questo progetto un servizio permanente ed ha istituito un nuovo “ufficio della diversità”.